Autogenesi: NSU RO80

La data di inizio del progetto Typ 80 che avrebbe portato alla realizzazione della Ro 80 viene fatta risalire al 18 agosto 1961, quando durante una riunione venne discussa la possibilità di realizzare una grande berlina da famiglia che in prima battuta si ipotizzò di inserire nel segmento di mercato allora rappresentato in Germania da vetture di fascia media come la Ford Taunus 12M, ma con caratteristiche più sportiveggianti, carrozzeria berlina a due porte, massa a vuoto non superiore a 800 kg e abitabilità e bagagliaio in linea con le berline di classe media del periodo e prezzo intorno agli 8.000 DM. Per quanto riguarda le specifiche di massima più strettamente tecniche, si ipotizzò innanzitutto di montare un motore Wankel birotore da circa 80 CV, trazione posteriore, cambio in blocco con il differenziale, velocità massima di 160 km/h circa e accelerazione da 0 a 100 km/h in circa 14 secondi. La scelta del motore Wankel fu effettuata sulla base degli esiti positivi ottenuti dal monorotore destinato alla piccola Spider della Casa di Neckarsulm, il cui progetto era ancora in fase di sviluppo, ma che spinse comunque con entusiasmo i responsabili di progetto verso tale direzione. Nel corso del 1962 venne costituita una squadra di responsabili del progetto, tra cui il supervisore Ewald Praxl, il responsabile per lo sviluppo del motore Walter Froede  e il direttore del centro stile NSU Claus Luthe. Proprio a proposito del design si chiese a Luthe di disegnare una carrozzeria dalle linee aerodinamiche in modo da sottilineare anche sul piano stilistico quelli che erano i contenuti tecnologici della vettura definitiva, motore rotativo in primis. La sua equipe di sei collaboratori venne quindi invitata a presentare liberamente qualunque proposta di stile. Nell'aprile 1963 i collaboratori di Luthe presentarono le prime proposte di una certa rilevanza, proposte che un mese dopo vennero convertite in modellini in plastilina in scala 1:5 e che vennero vagliate attentamente da Luthe per stabilire quale di esse potesse passare la selezione. Tre mesi dopo, ad agosto, venne selezionato il lavoro ritenuto migliore e il 16 ottobre, dopo le ultime migliorie di dettaglio, alcune delle quali effettuate presso la galleria del vento di Stoccarda, tale lavoro venne presentato finalmente al consiglio di amministrazione della NSU, questa volta sotto forma di un modellino in legno. Il direttivo NSU si mostrò alquanto entusiasta dell'idea, compresa l'idea di utilizzare un birotore Wankel per la nuova vettura. Impose però alcuni cambiamenti radicali alle specifiche originarie del progetto: la vettura non avrebbe più dovuto essere di fascia media, ma di fascia medio-alta, in modo da confrontarsi faccia a faccia con le più gettonate berline del momento, tra le quali in quel periodo (fine 1963) vi erano per esempio la BMW 1800 o le Ford Zephyr e Zodiac; oltre a ciò, si fece marcia indietro per quanto riguardava la trazione posteriore, preferendo invece un più innovativo schema "tutto avanti". Nel frattempo si lavorò alacremente al birotore Wankel, un motore da sempre ostico nella messa a punto: si era arrivati a definire una cubatura (il termine cilindrata sarebbe alquanto inappropriato) di 497,5 cm3 per rotore, per un totale di 995 cm3, equivalenti ad un buon motore a scoppio da 2 litri di cilindrata.

Il 24 marzo 1964 venne finalmente presentato il primo modello in scala 1:1, realizzato ancora una volta in legno e soprattutto prefigurante quasi del tutto il modello definitivo. Se ne differenziò essenzialmente per il disegno della coda, più corta e spiovente rispetto a quello che sarebbe stato il modello definitivo. Un mese e mezzo dopo, il 6 maggio, lo stesso modello venne presentato con gli interni completamente definiti. Il direttivo NSU approvò in toto e diede il via alla fase di industrializzazione del progetto. A tale scopo venne richiesto ed ottenuto dalla Dresdner Bank un prestito di circa 30-40 milioni di marchi.


Per quasi tutto il restante 1964, l'attenzione dei progettisti e dei responsabili si spostò sul progetto Typ 110, che necessitò anch'esso di uno sforzo paerticolare per poter arrivare alla presentazione, che sarebbe avvenuta di lì a poco più di un anno, e cioè nel settembre 1965). E proprio in quel mese si ricominciò a lavorare al progetto Typ 80, con il birotore che venne sottoposto a modifiche perché non in grado di entrare nel vano motore della vettura. Da tali modifiche nacque il motore KKM 512, che erogava inizialmente 100 CV di potenza massima. Il primo prototipo marciante in grado di essere sottoposto ai test di affidabilità fu pronto il 7 Aprile 1966. Migliaia e migliaia furono i chilometri percorsi, mentre la scelta dei progettisti si allontanò progressivamente dal cambio manuale a quattro marce per orientarsi su un cambio semiautomatico a tre rapporti. Ciò comportò un'ulteriore rivisitazione del motore, che venne dotato fra l'altro di un nuovo tipo di accensione, a doppia candela. Altri aggiornamenti riguardarono l'utilizzo di nuovi materiali per realizzare più efficienti guarnizioni per i rotori, efficienti nel senso che non dovevano più creare attriti lungo le pareti dello statore sulle quali scorrevano.

Nel febbraio del 1967 si scelse il nome finale dell'autovettura. Il primo nome al quale si pensò fu "Typ 80", ma lo si dovette scartare in quanto la Mercedes-Benz lo aveva già utilizzato su una vettura da record. Si abbandonarono per ragioni simili anche "Rotary 80", "NSU Delphin", "Rota" e il pur evocativo "Delta 80" (in cui il nome "Delta" stabiliva una connessione tra la forma della lettera greca e la forma dei rotori di un motore Wankel). Alla fine si optò per Ro 80 dove Ro stava per Rotationskolben (pistone rotante) e 80 indicava la sigla interna del progetto. Nell'agosto del 1967 escono i primi esemplari: il 21 di quel mese vi fu la presentazione alla stampa e a numerosi rappresentanti di concessionari NSU da tutta Europa. Questa presentazione ebbe luogo presso il castello Solitude, non lontano da Stoccarda. A settembre l'auto venne presentata invece al Salone dell'automobile di Francoforte, dove anche il grande pubblico poté scoprirla dal vivo.