Ferrari 365 P Berlinetta Speciale: la 3 posti di Gianni Agnelli

Un’auto da sogno e molto innovativa, che l’avvocato Gianni Agnelli non si fece sfuggire. Ecco a voi la Ferrari 365 P Berlinetta Speciale.

Gianni Agnelli amava le auto particolari ed è stato uno dei migliori interpreti della filosofia “tailor made”, che si respira a pieni polmoni nella Ferrari 365 P Berlinetta Speciale commissionata dall’Avvocato nel 1966. In uno dei video, girato in occasione del prestigioso Concorso d’Eleganza di Pebble Beach del 2004, Sergio Pininfarina illustra la nascita di questo straordinario modello a tre posti, con sedile di guida centrale, che ha fatto scuola nel corso del tempo.

Gianni Agnelli, presidente del Gruppo Fiat in quegli anni, volle questa specie di show car stradale per l’uso quotidiano, nonostante fosse stata costruita sul telaio di un’auto da corsa. Piccole licenze che rientravano nello stile del personaggio, entrato nella storia anche per la sua classe e il suo senso del gusto.

Mr Gianni Ferrari 365 P


Meccanica da Corsa, stile Pininfarina


La Ferrari 365 P Berlinetta Speciale prese forma in due esemplari. Quello commissionato dall’Avvocato si distingueva per l’elegante livrea color argento, con una modanatura nera che correva lungo la linea di cintura. Il modello, nato come concept car di Pininfarina, su disegno di Aldo Brovarone, gli piacque subito. Vedendolo al Salone dell’Automobile di Parigi del 1966, Gianni Agnelli ne volle subito un esemplare, rapito dal fascino della proposta.
La meccanica era in parte quella della Ferrari 365 P2: un bolide per le gare da cui mutuava il motore V12 da 4.4 litri, alimentato da tre carburatori Weber, che erogava una potenza massima (stimata) di 380 cavalli a 7.300 giri. L’Avvocato, parlando di lei, ricordava l’accelerazione strepitosa conferita dall’unità propulsiva, oltre alla capacità dell’auto di richiamare la gente al volo, ad ogni sosta, per il suo stile esotico e per il sound racing. Il modello disponeva di un cambio manuale a cinque rapporti, disposto in blocco col differenziale posteriore, secondo lo schema Transaxle.

La Ferrari 365 P Berlinetta Speciale fece scuola e molte delle scelte stilistiche operate per questa dream car trovarono poi applicazione sulle Dino 206 e 246 GT, che a loro volta hanno tracciato un sentiero stilistico seguito dalla “rosse” stradali a motore posteriore centrale fino ai nostri tempi. Un vero esempio di grande lungimiranza progettuale.

Ferrari 265 P Berlinetta Speciale
Ferrari 365 P Berlinetta Speciale: la prima era bianca


Il primo esemplare (quello presentato al Salone dell’Auto di Parigi del 1966), era di colore Bianco Gardenia. Per il suo, Gianni Agnelli scelse il grigio metallizzato e fece aggiungere uno spoiler posteriore. La consegna avvenne a Torino. Fra le soluzioni all’avanguardia del modello merita di essere citato anche il tettuccio in vetro, che inondava di luce l’abitacolo. Una soluzione insolita, ma che si perdeva nel mare magnum di novità portate in dote dalla Ferrari 365 P Berlinetta Speciale.
Tra l’altro, questa fu la prima granturismo del “cavallino rampante” a sposare l’architettura del motore centrale, facendo appello, nel caso specifico, alle doti del già citato V12 da 4.4 litri, proveniente dal motorsport. La meccanica, come scritto in precedenza, era presa infatti, in gran parte, dalla Ferrari 365 P2 da corsa.
Gianni Agnelli, presidente del Gruppo Fiat in quegli anni, volle questa specie di show car stradale per l’uso quotidiano, nonostante fosse stata costruita sul telaio di un’auto da corsa. Piccole licenze che rientravano nello stile del personaggio, entrato nella storia anche per la sua classe e il suo senso del gusto.

 

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