Ripensare il sistema automotive : Tradizione ed Evoluzione

L' evoluzione del processo di manufacturing si possono individuare alcuni importanti e fondamentali modelli che hanno enormemente influenzato la produzione di autovetture ed il mondo industriale manifatturiero moderno. L'utilizzo della catena di montaggio in larga scala, ovvero, il processo manifatturiero in cui le diverse parti vengono aggiunte progressivamente ad un lavorato semi-finito che si muove in maniera automatizzata da una stazione all'altra lungo la catena di montaggio stessa. In ciascuna stazione gli addetti completano una determinata operazione senza la necessità di muoversi dalla propria posizione per seguire molteplici operazioni. L'autovettura e come conseguenza, la nascita della produzione in serie facendo diventare l’automobile da bene di lusso divenne accessibile per la classe media americana. Successivamente venne sviluppato il modello Toyota detto anche TPS (Dall’inglese “Toyota Production system”), derivato da una filosofia diversa rispetto a quello Fordista-Taylorista propriamente determinato dalla produzione in serie su larga scala e concepito sull’offerta. Toyoda introdusse una serie di concetti quali quello “dell’automazione” e dei “5 perché”. Mentre il primo modello che abbiamo analizzato corrisponde ad un nuovo approccio macchina-uomo il secondo è un metodo che consiste nel determinare le Root causes di un problema esplorando 5 livelli di causa-effetto. Il modello Toyota è anche noto per aver sviluppato il principio del “Just in time” (JIT), con cui si riuscì a raggiungere un elevata efficenza nella produzione e al contempo di minimizzare gli scarti. Venne così introdotto il pull system, concetto che si basava sul sistema utilizzato nei supermercati americani dell’epoca: i prodotti venivano venduti in più grande quantità e più velocemente, inoltre, venivano riforniti prima e nella quantità strettamente necessaria. In questo caso la produzione è quindi basata su una reale necessità e non su stime di dirigenti e managers. Il principio JIT fu reso possibile anche grazie all’introduzione del sistema Kanban in cui delle particolari schede venivano utilizzate per tracciare e programmare la produzione negli stabilimenti. Altro concetto fondamentale di questo sistema è quello del “miglioramento continuo”. Riducendo i beni invenduti, gli sprechi, le materie prime non utilizzate e le risorse umane preposte a svolgere mansioni non necessarie si riuscivano ad aumentare gli utili dell’attività. Questo sistema è anche il precursore di quello che dal 1988 venne definito da John Frafcik ed ha permesso di coniugare tre obbiettivi che fino ad allora sembravano in contrapposizione: Alta qualità, bassi costi e grande flessibilità.

 

Più recente è il modello Czinger, concepito per essere on-demand e completamente automatizzato. Questo sistema corrisponde allo stato dell’arte e rappresenta una rivoluzione totale rispetto ai modelli precedenti. Czinger è un micro produttore di autovetture americane che dal 2020 ha proposto una nuova Hyper car ibrida, la “Czinger 21C”, caratterizzata da prestazioni molto elevate (rapporto potenza/peso, densità di potenza del gruppo termico, velocità di punta nella versione “low-downforce”). Il loro modello di produzione protetto da 330 brevetti merita attenzione, infatti grazie al Divergent Adaptive Production System (Daps) un sistema basato su tecniche proprietarie di additive-manufacturing, software di progettazione automatizzata di ottimizzazione e un processo di assemblaggio ad elevata precisione completamente automatizzato, è possibile costruire un autovettura completa in una singola postazione 15m X 15m. Le parti necessarie per la realizzazione del veicolo vengono prodotte all’interno di un area on-site, ad atmosfera controllata attraverso tecniche di addictive-manufacturing e senza la necessità di sviluppare e produrre attrezzature ed utensili specifici per un determinato modello di autovettura. La produzione è cosi caratterizzata da una flessibilità senza precedenti, potendo inserire variazioni su ciascun singolo esemplare e potendo passare dalla produzione di un modello all’altro senza modificare la postazione di assemblaggio. Inoltre la totale scalabità del modello di produzione non richiede d’investire inizialmente su un mega-stabilimento, ma al contrario consente di partire in modo piccolo ed ampliare la struttura in funzione delle reali necessità di produzione. L’analisi di questi modelli è stata fatta per mostrare che, come avviene in ogni settore, anche quello automobilistico è in continua evoluzione. Per far si che il mercato automotive si evolva in maniera concreta su parametri innovativi e che il trasporto elettrico risulti essere efficace, è necessario ripensare il sistema dalle basi e dunque sviluppare un innovazione legata al ciclo di vita del prodotto partendo proprio dalla produzione del prodotto stesso. Dunque, si parla di un miglioramento legato alla performance di un prodotto esistente, ovvero, di un avanzamento in termini tecnologici. Poi bisogna pensare all’innovazione del processo e alla dinamica combinazione/sequenza di operazioni necessarie per la produzione del prodotto. Un’innovazione che può includere : variazioni dei macchinari e delle tecnologie utilizzate nel manufacturing, il miglioramento negli strumenti, nelle tecniche, nelle soluzioni software utilizzate per supportare la supply-chain, cambiamenti nei tools utilizzati per vendere e mantenere/supportare i prodotti e servizi, metodi utilizzati per l’accounting e per il customer service. Generalmente i cambiamenti nei processi riducono i costi di produzione piuttosto che incrementare un aumento in revenues.

 

Nel ripensare sistema automotive, una soluzione potrebbero essere le micro-factories e Il modello Czinger, precedentemente analizzato, risulta essere un esempio perfetto e allineato ai concetti di questa nuova metodologia di produzione. Per Micro-factory è inteso un sistema altamente automatizzato e tecnologicamente avanzato. Rispetto al sistema di produzione attuale questa impostazione richiede meno energia, meno materiali e una minore forza lavoro, a suo vantaggio inoltre, possiede processi automatizzati ed High-tech. Il concetto di micro fabbrica promuove anche la miniaturizzazione delle apparecchiature e dei sistemi di produzione in base alla dimensione del prodotto.questo fattore aiuta ad ottimizzare la grandezza delle fabbriche, riduce i costi e le spese di esercizio. Il concetto di produzione tradizionale sostiene la riduzione dei costi costruendo una grande fabbrica per ottenere economie di scala e produzione di massa; tuttavia, ha bisogno di una rete di distribuzione ampia e costosa per rendere i prodotti disponibili ai clienti. Micro-factory, al contrario, sfida questo concetto creando più unità di produzione piccole ma ad alta tecnologia, nelle immediate vicinanze dei clienti, che possono funzionare come punti vendita al dettaglio che forniscono un prodotto personalizzato. Un'altra differenza tra quello attuale e quello che stiamo analizzando è la strategia di vendita. Nel modello di produzione tradizionale, i prodotti vengono prima fabbricati in grandi quantità e poi immessi sul mercato attraverso vari canali di distribuzione, mentre, nel concetto di micro-factory, i prodotti vengono fabbricati solo dopo aver ricevuto ordini confermati dal cliente, generando così un pull proveniente dal mercato. Parlando di distribuzione del prodotto, tradizionalmente, il metodo di produzione di massa di Henry Ford testato nel tempo è stato ben accettato nell'industria manifatturiera. I produttori hanno consolidato le loro strutture di produzione per creare un'enorme fabbrica che produce alti tassi di produzione.Ciò li ha aiutati a realizzare economie di scala riducendo i costi; tuttavia, la costruzione di un'enorme fabbrica richiede investimenti di capitale molto elevati. Allo stesso tempo, queste fabbriche producono una quantità molto elevata di produzione, che necessita di mercati geograficamente estesi per assorbire questo grande volume prodotto. Ciò, a sua volta, richiede una vasta rete di distribuzione di grossisti, grossisti e dettaglianti, per rendere i prodotti disponibili ai potenziali clienti. Al contrario, il concetto di microfabbrica si basa sull'avere un impianto di produzione tecnologicamente avanzato, di piccole e medie dimensioni situato molto vicino al cliente, che funge da punto vendita, eliminando la necessità della rete di distribuzione ingombrante e costosa.

 

Le Microfactories potrebbero essere una svolta molto interessante per il sistema automotive, date le dimensioni ridotte e l’automatizzazione, le fabbriche potrebbero inoltre spostarsi proprio all’interno della città ed interagire con il consumatore finale in maniera molto stimolante rendendo il consumatore consum-attore, ovvero, un individuo partecipe e coinvolto nei processi di realizzazione del veicolo. Una fabbrica potrebbe cosi trasformarsi in una mostra, in un museo o in una sede di culto per gli appassionati curiosi dei processi di realizzazione dei veicoli.

Carolina Ferraro